SAN MARTINO LIKE A LOCAL
Il richiamo della foresta, e del suo re
Passo Rolle - 03/10/2021
Ascoltando il bramito del cervo
Qualche giorno fa mi sono concessa una breve pausa dalla frenesia quotidiana per ricaricare le energie e dimenticare per un momento le tante cose da fare. Ho così deciso di andare a passeggiare in mezzo alla natura e godermi la pace che è tornata a regnare dopo il fermento della stagione estiva. Ora che le vacanze sono finite, a San Martino di Castrozza il ritmo delle giornate si è fatto più lento, l’aria più tersa e, sebbene l’autunno debba ancora sfoggiare i suoi tratti più caratteristici, già si pregustano i colori e gli odori che esploderanno nel prossimo periodo.
Armata di macchina fotografica e con un buon libro dentro lo zaino, nel primo pomeriggio sono partita alla volta dei laghetti di Colbricon, uno tra i miei posti preferiti in zona. Mentre salivo lungo il sentiero, però, improvvisamente ho sentito degli insoliti rumori provenire dal cuore del bosco. Pareva una sorta di forte e grave brontolio che si ripeteva a distanza di un paio di minuti.
Sfumata la preoccupazione iniziale, ho realizzato quale poteva essere la fonte di tali schiamazzi: proprio la settimana scorsa, infatti, un collega di lavoro mi accennava che in questo periodo i cervi si trovano nel pieno della stagione degli amori e che gli esemplari maschi danno sfoggio del proprio vigore emettendo richiami udibili nel raggio di più chilometri.
In effetti ne avevo già sentito parlare, ma mai mi era capitato di assistere dal vivo a un simile spettacolo, che ha suscitato in me stupore e al tempo stesso la sensazione come di essere parte integrante dell’ambiente in cui stavo camminando, quasi una connessione primordiale con la terra. Ho continuato la mia passeggiata immersa nel bosco e nel silenzio rotto solamente dal rumore dei miei passi e dal bramito dei cervi che riecheggiava tra gli abeti.
Dopo una sosta ai laghetti per scattare qualche fotografia alle nuvole che si riflettevano nelle loro acque placide, ho ripreso il cammino scendendo per il crinale opposto al sentiero che avevo percorso prima, e di nuovo sono stata colta di sorpresa da un altro suono, anche se questa volta decisamente più familiare: era l’inconfondibile fischio delle marmotte che si sollevava acuto tra i massi circostanti.
Una volta rientrata a casa, ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che i cervi raggiungono l’apice della fase degli amori esattamente tra la fine del mese di settembre e l’inizio di ottobre e che i maschi emettono questo verso appunto per affermare la propria dominanza e difendere il proprio harem di femmine, in una specie di botta e risposta tra contendenti. Qualora il bramito non dovesse bastare, si passa allo scontro fisico, palco contro palco, che talvolta finisce per essere un combattimento piuttosto violento.
Il giorno seguente, spinta dalla curiosità, ho pensato di fare un giro a Villa Welsperg, dove sono ospitati la sede dell’Ente Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e uno dei Centri Visitatori del Parco presenti sul territorio. Questa è stata l’occasione per approfondire l’argomento grazie all’aiuto di una delle guide del Parco che mi ha spiegato che nella zona di Paneveggio ci sono attualmente almeno cinque maschi bramitanti, cui si aggiungono due all’interno dell’area faunistica. Tra questi, mi racconta in particolar modo di Klaus, un maschio di 12 anni, con un eccezionale palco a 18 punte, forse il più bello di tutto il Trentino. Mi parla, infine, della possibilità di effettuare in questo periodo delle facili escursioni notturne nel bosco, in compagnia dagli esperti faunistici del Parco, alla ricerca dei cervi e all’ascolto del loro bramito.
Ricorderò questa esperienza sempre con un sorriso, quel pomeriggio in cui – senza preavviso – mi sono ritrovata spettatrice di un concerto suggestivo ed emozionante, tutto da ascoltare.
Articolo a cura di: Valentina G.
Armata di macchina fotografica e con un buon libro dentro lo zaino, nel primo pomeriggio sono partita alla volta dei laghetti di Colbricon, uno tra i miei posti preferiti in zona. Mentre salivo lungo il sentiero, però, improvvisamente ho sentito degli insoliti rumori provenire dal cuore del bosco. Pareva una sorta di forte e grave brontolio che si ripeteva a distanza di un paio di minuti.
Sfumata la preoccupazione iniziale, ho realizzato quale poteva essere la fonte di tali schiamazzi: proprio la settimana scorsa, infatti, un collega di lavoro mi accennava che in questo periodo i cervi si trovano nel pieno della stagione degli amori e che gli esemplari maschi danno sfoggio del proprio vigore emettendo richiami udibili nel raggio di più chilometri.
In effetti ne avevo già sentito parlare, ma mai mi era capitato di assistere dal vivo a un simile spettacolo, che ha suscitato in me stupore e al tempo stesso la sensazione come di essere parte integrante dell’ambiente in cui stavo camminando, quasi una connessione primordiale con la terra. Ho continuato la mia passeggiata immersa nel bosco e nel silenzio rotto solamente dal rumore dei miei passi e dal bramito dei cervi che riecheggiava tra gli abeti.
Dopo una sosta ai laghetti per scattare qualche fotografia alle nuvole che si riflettevano nelle loro acque placide, ho ripreso il cammino scendendo per il crinale opposto al sentiero che avevo percorso prima, e di nuovo sono stata colta di sorpresa da un altro suono, anche se questa volta decisamente più familiare: era l’inconfondibile fischio delle marmotte che si sollevava acuto tra i massi circostanti.
Una volta rientrata a casa, ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che i cervi raggiungono l’apice della fase degli amori esattamente tra la fine del mese di settembre e l’inizio di ottobre e che i maschi emettono questo verso appunto per affermare la propria dominanza e difendere il proprio harem di femmine, in una specie di botta e risposta tra contendenti. Qualora il bramito non dovesse bastare, si passa allo scontro fisico, palco contro palco, che talvolta finisce per essere un combattimento piuttosto violento.
Il giorno seguente, spinta dalla curiosità, ho pensato di fare un giro a Villa Welsperg, dove sono ospitati la sede dell’Ente Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e uno dei Centri Visitatori del Parco presenti sul territorio. Questa è stata l’occasione per approfondire l’argomento grazie all’aiuto di una delle guide del Parco che mi ha spiegato che nella zona di Paneveggio ci sono attualmente almeno cinque maschi bramitanti, cui si aggiungono due all’interno dell’area faunistica. Tra questi, mi racconta in particolar modo di Klaus, un maschio di 12 anni, con un eccezionale palco a 18 punte, forse il più bello di tutto il Trentino. Mi parla, infine, della possibilità di effettuare in questo periodo delle facili escursioni notturne nel bosco, in compagnia dagli esperti faunistici del Parco, alla ricerca dei cervi e all’ascolto del loro bramito.
Ricorderò questa esperienza sempre con un sorriso, quel pomeriggio in cui – senza preavviso – mi sono ritrovata spettatrice di un concerto suggestivo ed emozionante, tutto da ascoltare.
Articolo a cura di: Valentina G.
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