Sulle tracce della storia

Ti sei mai chiesto com’era combattere ad oltre 2.000 metri di quota?

La Prima Guerra Mondiale è stata un evento tragico che ha coinvolto direttamente anche le Valli di Primiero e Vanoi. Queste all’epoca erano zone di confine tra Regno d’Italia e Impero austroungarico e a partire dal maggio del 1915 diventarono loro malgrado la “prima linea”. Ma com’era combattere ad oltre 2.000 metri di quota?

La cosiddetta “guerra bianca” era davvero dura: in luoghi tanto meravigliosi quanto impervi c’erano trincee da scavare, nuove strade da costruire, pezzi di artiglieria da trasportare, mentre il freddo, il nemico più temuto, mieteva vittime sia d’estate che d’inverno. 

A oltre un secolo di distanza trincee, antiche mulattiere, gallerie e fortificazioni ci raccontano qualcosa in più su quella triste pagina di storia e consentono di calarsi nei panni dei giovani soldati che su queste montagne trascorsero con tenacia e coraggio giorni, mesi e anni, fatti di attese, appostamenti e scontri.

Gli “Stóli” della Cavallazza

A Passo Rolle gli Stoli della Cavallazza erano uno dei capisaldi austro-ungarici posti a difesa della val Travignolo; sono ancora oggi visitabili con accesso da Passo Rolle in direzione Tognazza e quindi Cavallazza Piccola o salendo dai Laghi di Colbricon (sentiero 348). Il panorama è senza dubbio uno dei più belli che si possono godere sia in direzione delle Pale di San Martino che verso il Colbricon e il gruppo del Lagorai.

Gli “Stóli” di Morosna

Sulla zona delle Vederne l’esercito italiano pose in essere una strenua resistenza. Nella zona di Morosna vennero scavate due diverse gallerie, oggi visitabili e dotate di illuminazione. Dai numerosi affacci panoramici i soldati potevano sorvegliare il Passo Gobbera e anche il Primiero, con un incredibile colpo d’occhio su tutta la valle.

Gli “Stóli” della Totoga

L’esercito italiano realizzò sul monte Totoga un complesso sistema di gallerie scavate nella roccia, i cosiddetti “stóli”, oggi ancora intatti e visitabili. Gli ampi affacci che un tempo servivano ai soldati italiani per sorvegliare il nemico, oggi regalano spettacolari vedute sul monte Cauriol e sulla valle del Vanoi.

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