Il "bàrch" è un piccolo e tipico fienile composto da assi di legno verticali, che poggia su travi sostenute da sassi, ma senza una base in muratura. Scoprendo i vari percorsi ciclopedonali delle nostre vallate è possibile scorgerne numerosi tra i prati, compresi quelli artistici di Stre(e)t Barch!
Nel dialetto locale “botìro” significa burro e, ai tempi della Serenissima, il miglior burro in vendita a Venezia proveniva proprio dagli alpeggi di Primiero, tra le vette dolomitiche delle Pale di San Martino e i monti del Lagorai: la sua qualità era eccezionale. Oggi un Presidio Slow Food si propone di rilanciare la produzione del botìro di malga a panna cruda, ripresa da qualche anno dal Caseificio di Primiero.
Nel nostro dialetto, chiamiamo così il tipico paiolo utilizzato per preparare sul fuoco la polenta o le minestre.
Nel nostro dialetto chiamiamo così uno stretto e caratteristico vicolo dei nostri bellissimi borghi. Quanto è bello perdersi tra le "canisele" di Mezzano e scoprire le numerose opere d''arte fatte con le cataste di legna da ardere!
Conosciute anche come "racchette da neve" o "ciaspole", le prime craspe erano fatte di un''intelaiatura in legno, munita di una robusta rete tesa di corde o cinghie per legarla al piede. Un''idea geniale, semplice ed efficiente per camminare agevolmente sulla neve fresca, non trovate? A voi piace ciaspolare? A noi tantissimo!
Antichi abbeveratoi per gli animali ricavati da un tronco intagliato e scavato, i "làipi" - o "làibi" - oggi sono anche splendide fioriere naturali o fontanelle tipiche dove poter bere l''acqua fresca di montagna.
In dialetto chiamiamo così l''abete rosso, uno dei simboli del Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino.
Curiosità: l’abete rosso di risonanza è particolarmente adatto per la costruzione di strumenti musicali.
La Sloiza è una tipica slitta usata dai contadini per trasportare sulla neve fieno e legna, ed è formata da due grossi pattini di legno con le punte anteriori ricurve all''insù, sui quali sono incastrati cavicchi che portano tre traverse, ognuna con sei fori, nei quali passano i bastoni che formano il piano portante. Fissati alla prima traversa e ai pattini, troviamo le "maneghere", ossia due bastoni ricurvi in cima in guisa di manici.