Dizionario Primierotto

Scopri le parole della nostra tradizione

Da dove deriva il nostro dialetto?
Il "Primierotto" fa parte dei dialetti veneto-alpini, sono infatti moltissime le somiglianze lessicali e grammaticali con il dialetto feltrino e bellunese; non mancano però influenze dal ladino e dal tedesco, sopraggiunte nel corso della lunga dominazione austriaca.

La somiglianza con le parlate del vicino Veneto deriva dal fatto che Primiero ha da sempre avuto uno strettissimo rapporto con la vicina conca feltrina. Infatti, la via principale per raggiungere la valle era, ed è tuttora, lo Schenèr: che per secoli correva alta e pericolosa sul versante, passando per Sovramonte e per il passo di Schenèr; soltanto a fine ''800 il tragitto fu reso più agevole con l’apertura di un passaggio nella bassa valle, che ancor oggi rappresenta il percorso di comunicazione principale verso l''esterno per la conca di Primiero.

Allo stesso modo sopravvivono ancora i germanismi, concentrati soprattutto nell''ambito giuridico-amministrativo, prova della relativa influenza linguistica da parte degli austriaci dal 1300 al 1900 attraverso le pratiche di amministrazione del territorio e il periodo di leva militare, al quale tutti i maschi dell''impero dovevano sottoporsi.
 

Bàrch

Il "bàrch" è un piccolo e tipico fienile composto da assi di legno verticali, che poggia su travi sostenute da sassi, ma senza una base in muratura. Scoprendo i vari percorsi ciclopedonali delle nostre vallate è possibile scorgerne numerosi tra i prati, compresi quelli artistici di Stre(e)t Barch!

Botìro

Nel dialetto locale “botìro” significa burro e, ai tempi della Serenissima, il miglior burro in vendita a Venezia proveniva proprio dagli alpeggi di Primiero, tra le vette dolomitiche delle Pale di San Martino e i monti del Lagorai: la sua qualità era eccezionale. Oggi un Presidio Slow Food si propone di rilanciare la produzione del botìro di malga a panna cruda, ripresa da qualche anno dal Caseificio di Primiero.

Candròla

Nel nostro dialetto, chiamiamo così il tipico paiolo utilizzato per preparare sul fuoco la polenta o le minestre.

Canisèla

Nel nostro dialetto chiamiamo così uno stretto e caratteristico vicolo dei nostri bellissimi borghi. Quanto è bello perdersi tra le "canisele" di Mezzano e scoprire le numerose opere d''arte fatte con le cataste di legna da ardere!

Cràspe

Conosciute anche come "racchette da neve" o "ciaspole", le prime craspe erano fatte di un''intelaiatura in legno, munita di una robusta rete tesa di corde o cinghie per legarla al piede. Un''idea geniale, semplice ed efficiente per camminare agevolmente sulla neve fresca, non trovate? A voi piace ciaspolare? A noi tantissimo!

Làip

Antichi abbeveratoi per gli animali ricavati da un tronco intagliato e scavato, i "làipi" - o "làibi" - oggi sono anche splendide fioriere naturali o fontanelle tipiche dove poter bere l''acqua fresca di montagna.

Péz

In dialetto chiamiamo così l''abete rosso, uno dei simboli del Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino.
Curiosità: l’abete rosso di risonanza è particolarmente adatto per la costruzione di strumenti musicali.

Sloiza

La Sloiza è una tipica slitta usata dai contadini per trasportare sulla neve fieno e legna, ed è formata da due grossi pattini di legno con le punte anteriori ricurve all''insù, sui quali sono incastrati cavicchi che portano tre traverse, ognuna con sei fori, nei quali passano i bastoni che formano il piano portante. Fissati alla prima traversa e ai pattini, troviamo le "maneghere", ossia due bastoni ricurvi in cima in guisa di manici.

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